L’incontro, dedicato al tema Andare a Sinodo. La lezione della storia e tenuto da Cristina Simoncelli e Andrea Trevisan, si è aperto con una breve introduzione dei due ospiti da parte del nostro socio Silvio Ceccon.
La lezione è stata aperta da Cristina Simoncelli che, prendendo spunto dai due numeri della rivista Studia Patavina dedicati a Sinodo e sinodalità (2021) e curati dalla stessa relatrice con Silvio Ceccon, ha anzitutto precisato la dimensione entro la quale dovrebbero essere letti i termini di sinodo e sinodalità e i rischi di una lettura priva delle coordinate storiche.
Particolarmente complesso è l’utilizzo delle fonti più antiche – gli esempi più noti sono quelli di Giovanni Crisostomo ed Eusebio – che dovrebbero essere sempre relazionate ai singoli episodi o agli specifici contesti di utilizzo. Privata di un approccio metodologico che consideri l’influenza della società, delle istituzioni e della politica, la lettura di questi testi rischia infatti di risultare anacronistica. Con questi criteri vanno, per esempio, lette le affermazioni fatte nei confronti delle donne oppure i “silenzi” riguardo a correnti ed eresie. La relatrice ha inoltre rilevato l’importanza di intrecciare le fonti al fine di evitare quella che ha definito “la retorica del consenso”; se la documentazione relativa ai sinodi parla di consenso di tutti i vescovi in una determinata assemblea, altre fonti ne rilevano invece il dibattito e il dissenso.
L’incontro è proseguito con una breve sintesi da parte di Silvio Ceccon delle caratteristiche dei sinodi nel passaggio dall’antichità al medioevo e soprattutto in seguito al Concilio di Trento, momento di svolta cruciale per la pratica sinodale.
Si è quindi passati alla seconda parte della lezione dedicata da Andrea Trevisan al sinodo del vescovo Avogadro, svoltosi a Verona nel 1782. In realtà esso va collocato durante l’episcopato di Giovanni Morosini che governò la diocesi di Verona dal 1772 al 1789. Le costituzioni sinodali riprendono dunque l’impostazione pastorale di quest’ultimo. Formato presso il monastero di Santa Giustina, il vescovo Morosini aveva promosso una politica vicina alle autorità civili (più che a quella papale) – come emerge dalle lettere alle parrocchie tirolesi – soprattutto in relazione alla moderazione delle feste, alla chiusura di conventi e confraternite, al rapporto con i fedeli e i canonici della cattedrale. Il Morosini pose un’attenta cura al clero secolare e alla sua formazione che non deve essere solo teorica ma anche laboratoriale. I preti dovevano imparare l’esercizio della carità cristiana, l’arte della predicazione e dell’insegnamento della dottrina cristiana. Di facile comprensione sono le tensioni con il pontefice e la nomina di Giovanni Andrea Avogadro come suo successore.
PROSSIMO INCONTRO
Il prossimo incontro si svolgerà su piattaforma ZOOM sabato 3 dicembre 2022 a partire dalle ore 16.00 con una lezione del prof. Alessandro Santagata sul suo recente libro Una violenza ‘’incolpevole’’. Retoriche e pratiche dei cattolici nella Resistenza veneta, Roma, Viella, 2021.
Nella speranza di ritrovarVi numerosi a questo appuntamento, Vi inviamo un cordiale saluto.
Padova, 25 novembre 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella –Presidente