L’o.d.g. è il seguente:
1. assemblea ordinaria annuale della Societas veneta per la storia religiosa
– resoconto dell’anno sociale 2005-06
– bilancio consuntivo
– votazione per l’approvazione
2. presentazione del corso annuale
3. riflessione sulla storia ospedaliera con riguardo al Veneto attraverso l’annuncio da parte di Elda Martellozzo Forin di una novità archivistica e la presentazione, fatta dall’autore Francesco Bianchi, del volume La Ca’ di Dio di Padova nel Quattrocento: riforma e governo di un ospedale per l’infanzia abbandonata, Venezia, Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 2005.
L’assemblea ordinaria ha avvio con la relazione del lavoro svolto nell’anno sociale che si conclude. Il presidente Sante Bortolami ripercorre gli incontri organizzati: le riunioni ordinarie con la costante attività di circolazione delle novità bibliografiche, il corso annuale (su “Gli ordini mendicanti nel Veneto: secoli XII-XV”), l’incontro con la comunità armena, la visita alla Corte di Correzzola, l’impegno per le schede bibliografiche della “Rivista di storia della Chiesa in Italia” e l’attività didattica dell’“Autunno paleografico”. Si esprime soddisfazione per il notevole numero di partecipanti a ciascuno di questi appuntamenti, segno di manifesto e costante interesse alle attività della Societas. Il merito dell’ottima riuscita delle diverse iniziative va naturalmente a quanti fra i soci hanno prestato la loro opera, cui va un sentito ringraziamento. Un grazie particolare è rivolto ai monaci di Santa Giustina, e in special modo a padre F. Trolese, che somma alla proverbiale ospitalità dell’abbazia una personale generosissima disponibilità a sostenerci.
Il tesoriere E. Fontana, dimissionario per impegni personali, presenta il bilancio consuntivo 2005 che è approvato all’unanimità dai soci con un vivo ringraziamento per lo scrupoloso servizio svolto.
Come ogni anno, la Societas organizza un corso primaverile di cultura che è giunto alla XXII edizione. Il presidente illustra brevemente l’edizione in programma per il 2006 dal titolo: “Pievi e parrocchie rurali delle Venezie medioevali. Istituzioni, luoghi, uomini”, augurandosi che per interesse dei temi affrontati e valore dei relatori possa riscuotere il medesimo gradimento dei precedenti corsi.
Si passa quindi al momento di approfondimento culturale. Si è proposto di mettere a fuoco un fenomeno storico strettamente connesso alla storia religiosa: quello ospedaliero. Nell’azione di fondazione e ordinaria gestione di quelle realtà polifunzionali che furono gli hospitalia da parte di laici e religiosi, di singoli benefattori e di intere comunità, nelle città e nelle campagne, si espresse – come è noto – tanta parte dell’attività caritativa religiosamente ispirata di cui fu capace la società europea nel medioevo e in età moderna. La prof.ssa Elda Martellozzo Forin, che ha dedicato tanti studi preziosi al mondo medievale e della prima età moderna in ambito padovano e in particolare all’Università, propone una sintesi della situazione dell’assistenza sanitaria nel territorio padovano, soffermandosi in particolar modo sul Quattrocento. La relatrice mostra come gli ospedali presi in esame fossero in realtà piccolissime strutture di accoglienza e cura destinate essenzialmente ad ammalati e poveri. A Padova funzionavano in quel periodo 26 luoghi di ricovero; mentre nel territorio ve ne erano 58, per un totale oscillante tra i 240 e i 300 posti letto. La professoressa Martellozzo Forin, eccezionale esploratrice d’archivio, implicitamente dimostra anche come si sia ancora lontani da un’integrale ‘mappatura’ delle fondazioni ospedaliere in ambito Veneto, offrendo due ‘primizie’ archivistiche riguardanti altrettanti ignoti ospedali, rispettivamente di Camposampiero e di Mirano.
Di seguito, in un egualmente apprezzato intervento, Francesco Bianchi presenta con efficace lucidità i risultati dei suoi studi consolidati nella pubblicazione del volume: La Ca’ di Dio di Padova nel Quattrocento: riforma e governo di un ospedale per l’infanzia abbandonata. Lo studioso, che attualmente fruisce di una borsa post-dottorato all’Università di Padova, ricostruisce la storia dell’istituzione retta dalla “fraglia” di Santa Maria dei Battuti. In particolar modo ne approfondisce la specializzazione, raggiunta nei decenni centrali del XV secolo, che la trasforma da generica assistenza ai malati bisognosi a luogo di accoglienza dei bambini abbandonati. Lo sviluppo delle funzioni di assistenza della ‘Domus Dei’, indagato attraverso la ricchissima documentazione d’archivio, si mostra in linea con l’evoluzione contemporanea di altri brefotrofi italiani nel quadro complessivo dell’assistenza ospedaliera che in ambito urbano si evolve da azione caritativa a complessa organizzazione sociale e sanitaria.
Padova, 26 aprile 2006
Cristina Marcon – Segretaria
Sante Bortolami – Presidente
L’o.d.g. è il seguente:
1. presentazione di novità bibliografiche
2. situazione schede bibliografiche per RSCI
3. Tra diavolo e acquasanta: eretici, maghi e streghe nel Veneto del Cinque-Seicento. Rovigo, Minelliana, [2005] presentato dall’autrice Stefania Malavasi.
La prima parte della riunione è dedicata alla presentazione delle novità bibliografiche, copiose per numero e varie per argomenti. Tra queste vengono segnalate le pubblicazioni recenti di alcuni soci ai quali vanno le congratulazioni dei presenti.
La socia Luisa Servadei, che ha assunto l’impegno di coordinatore delle schede per la bibliografica della “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, riferisce brevemente sullo stato dei lavori. Nel ringraziare per la collaborazione di quanti già operano, sollecita altre adesioni, proponendo una lista di monografie ancora da schedare.
Presentata brevemente dal presidente S. Bortolami, Stefania Malavasi, professore di Storia moderna e di Storia dell’età della Riforma e della Controriforma all’Università di Padova, illustra il suo volume: Tra diavolo e acquasanta, nel quale l’autrice ha raccolto un florilegio di studi riguardanti da un lato la diffusione dell’eresia a Rovigo e nel Polesine e in particolare alcune figure significative nella storia dei movimenti eterodossi nel Veneto tra Cinque e Seicento; dall’altro un fenomeno di devianza più schiettamente popolare come quello delle streghe per la stessa area e lo stesso periodo. Fondi archivistici in parte noti e in parte inesplorati della Curia vescovile di Rovigo, opportunamente analizzati alla luce dei più aggiornati indirizzi di ricerca sull’argomento – l’autrice collabora ad un programma di ricerche nazionali diretto da un’autorità in materia quale Adriano Prosperi – hanno dato preziosi risultati e promettono di darne alle indagini in corso. La storia sociale e religiosa di quest’area, spesso considerata marginale e defilata rispetto alle più note realtà circostanti, risulta invece ricca di fermenti e di legami culturali nient’affatto trascurabili. Figure come Fabio Bonifacio, Giovanni Roncalli, Domenico Mazzarelli e Alfonso Ariano ne fanno testimonianza.
Discorso a parte richiedono i numerosi processi alle streghe condotti dall’Inquisizione, su cui l’autrice si sofferma con vivacità di particolari che spaziano dallo spaccato socio-culturale alle pratiche inquisitorie, alla detenzione e alle modalità degli interrogatori dei personaggi coinvolti e diviene ancor più coinvolgente, suscitando domande alle quali la relatrice offre generosi e apprezzati approfondimenti.
Padova, 25 maggio 2006
Crisina Marcon – Segretaria
Sante Bortolami – Presidente
A conclusione dell’anno sociale 2005-2006 si è svolto l’ormai consueto incontro “esterno” della Societas al quale hanno partecipato, oltre a svariati soci, numerosi amici e simpatizzanti.
La visita ha tratto spunto dall’argomento del corso primaverile, dedicato alle pievi e alle parrocchie rurali dell’area veneta, con la visione diretta di alcuni esempi significativi di edifici tuttora dedicati al culto in Valpolicella, nel territorio veronese.
La visita alla pieve di San Floriano, è stata guidata dal professor Giuseppe Viviani, storico del luogo, che ha esaurientemente illustrato l’attuale edificio costruito nel XII secolo su edifici precedenti e con materiali già presenti, la facciata romanica ben conservata e di notevole impatto, il fonte battesimale, la collegiata e la torre campanaria.
La pieve di San Giorgio, ancor meglio conservata e non deturpata da rifacimenti successivi, è stata illustrata invece dalla competente guida del dottor Andrea Brugnoli che ha indugiato, oltre che sullo splendido ciborio di età longobarda, anche su aspetti minori, ma non meno interessanti del complesso: dalla sala capitolare, al chiostro, al contiguo sito paleolitico.
Il pomeriggio è stato dedicato poi alla visita di due piccole ma pregevoli chiese rurali, Santa Maria del Degnano a Fumane e San Michele di Arcè a Pescantina, dipendenti rispettivamente dal monastero di San Fermo Minore e di San Zeno di Verona.
Padova, 30 settembre 2006
Cristina Marcon – Segretaria
Sante Bortolami – Presidente
Presiede la riunione il vicepresidente Donato Gallo. Al presidente, all’amico, assente per motivi di salute, tutti i presenti indirizzano un messaggio di saluto e l’augurio caloroso di pronto ristabilimento. L’incontro si apre con la segnalazione degli eventi, incontri e conferenze d’interesse comune in programma nelle prossime settimane e con l’aggiornamento sulle ultime novità bibliografiche.
Segue la relazione della professoressa Federica Ambrosini che gentilmente ha accettato di parlarci. Docente di Storia della Repubblica di Venezia e di Storia del Rinascimento nella Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Padova, ha dedicato alle ricerche in questione quindici anni di studi che toccano la storia sociale e culturale del Rinascimento, la storia della Riforma e la storia della condizione femminile. Questi filoni di ricerca sono ora congiunti nel suo recente libro: L’eresia di Isabella. Vita di Isabella da Passano, signora della Frattina (1542-1601), Milano, Franco Angeli, 2005.
La brillante relazione traccia il profilo di una donna di origine elevata, intellettualmente vivace, colta, poco convenzionale, come emerge dai documenti – essenzialmente il corposo dossier del processo cui fu sottoposta davanti al Santo Uffizio di Venezia – peraltro avari di notizie o contraddittori sulle convinzioni religiose realmente eterodosse di Isabella. Presenta il suo mondo, tra Padova, dove era nata da famiglia genovese (oltre al padre, Da Passano, assai avanzato di età, la madre, una Spinola) e Portogruaro, centro di provincia dagli orizzonti molto più ristretti, diffidente nei confronti delle ‘diversità’ della scarsa omologazione ai comportamenti convenzionalmente accettati, ma fondamentale nella vita di Isabella. Portogruaro fu infatti il luogo sul quale gravitava la famiglia del marito, appartenente ad uno dei clan della inquieta e rissosa aristocrazia feudale friulana.
La studiosa mette in evidenza i problemi affrontati e risolti durante la ricerca e quelli aperti e in attesa che nuovi documenti consentano ulteriori approfondimenti, anche in rapporto alla scelta del genere biografico, e non trascura una illuminante indicazione delle fonti, conservate negli archivi e nelle biblioteche di Venezia, Padova, Mantova e Genova.
Seguono domande da parte di alcuni dei presenti, con chiarimenti e brevi approfondimenti della relatrice.
Padova, 1 novembre 2006
Cristina Marcon – Segretaria
Donato Gallo – Vice presidente
L’incontro, presieduto dal vicepresidente Donato Gallo, si è aperto con la segnalazione delle numerose attività d’interesse comune. In particolare è stata data notizia dell’Autunno paleografico che anche quest’anno, grazie alla generosa opera di alcuni soci, si svolgerà con i consueti incontri dedicati alla lettura dei documenti d’archivio propedeutica allo studio della storia.
La presentazione delle novità bibliografiche ha visto circolare molti titoli che solo in parte sono stati illustrati rimandando ad uno spazio specificamente dedicato in un prossimo incontro.
La prevista relazione di Achille Olivieri è stata preceduta dalla presentazione del relatore, condotta dal vicepresidente attraverso la ricca bibliografia che ne documenta i vasti interessi, particolarmente nel campo dello studio dei movimenti eterodossi nel Cinquecento. Socio di lunga data della Societas, docente di Storia moderna e di Storia della storiografia nella Facoltà di lettere di Padova, ha dedicato le ricerche più recenti alla teoria della storiografia.
Il titolo della relazione: Il ‘silentium’ tra Umanesimo e Barocco, ne annuncia l’originalità rispetto all’abituale approccio storico-fattuale, basato su dati e documenti, che viene di solito presentato nelle relazioni periodiche. Si tratta infatti di una fine analisi delle idee, dell’elaborazione di concetti dei quali si prospetta l’evoluzione attraverso gli scritti di alcuni autori dal Rinascimento all’Illuminismo.
Il concetto di silentium, virtù monastica ripresa dalla tradizione petrarchesca, è rielaborato dagli umanisti attraverso la lettura di Platone in relazione al concetto classico della conoscenza del sé (nosce te ipsum). Tra ‘500 e ‘600 intellettuali europei, da Erasmo a Montaigne, si applicano nella ricerca dell’uomo nuovo, diviso tra spiritualità e ragione, teso alla conquista della natura e lacerato nel dubbio sulla scienza nuova che si affaccia.
Questo dibattito europeo è ben presente tra XVI e XVII secolo nel Veneto e a Padova in particolare, attraverso intellettuali come Antonio e Flavio Quarenghi e Celio Calcagnini che esaltano la solitudine come virtù dell’uomo spirituale ed elogiano il silenzio come mezzo di scoperta del cuore che rende l’uomo libero dall’arbitrio della parola.
Alla relazione seguono un vivace intervento di F. Dal Pino sul silenzio monastico, in particolare certosino, e alcuni quesiti ai quali il relatore risponde ampliando il discorso fin lì condotto.
Padova, 5 dicembre 2006
Cristina Marcon – Segretaria
Donato Gallo – Vice presidente
L’incontro è stato aperto dal presidente S. Bortolami con un rapido aggiornamento sul programma della Societas per la restante parte dell’anno sociale. La prossima riunione, la prima del 2007, sarà dedicata all’assemblea annuale prevista dallo statuto. Si è pensato di dedicare il tempo che rimarrà a disposizione alla presentazione della consistente bibliografia prodotta negli ultimi mesi, dando spazio in particolare alle recenti pubblicazioni di alcuni soci. Oltre agli interventi programmati sarà ben gradita ogni altra segnalazione che i soci vorranno fare di lavori propri o altrui come servizio vicendevole di informazione, nello spirito che caratterizza la nostra associazione.
Subito dopo, tra febbraio e marzo, si terrà il XXIII corso di cultura, che sarà dedicato anche quest’anno ad un tema di notevole interesse, cioè ai rapporti tra Università di Padova e Chiesa nel contesto europeo. Negli anni questo appuntamento è diventato un’occasione speciale di aggiornamento e formazione per un nutrito gruppo di persone che hanno seguito con soddisfazione l’offerta culturale proposta.
Di seguito Dino Bressan ha gentilmente aderito alla richiesta di presentare i risultati della ricerca svolta nel corso del suo dottorato in storia presso l’Università di Padova con una relazione su: «Le riforme degli enti religiosi attuate dalla Repubblica Veneta nella seconda metà del secolo XVIII: il caso dei Benedettini». L’argomento è stato trattato sulla traccia di un testo riassuntivo distribuito preventivamente come valido aiuto alla memoria e alla completezza delle citazioni bibliografiche.
Questa pagina di storia della Chiesa Veneta, poco nota e finalmente illustrata con chiarezza e ricchezza di informazioni, ha avuto il pregio di sollecitare tra i presenti numerose e specifiche richieste di approfondimento per i diversi ambiti e competenze coinvolti.
Padova, 11 gennaio 2007
Cristina Marcon – Segretaria
Sante Bortolami – Presidente
La Societas Veneta per la storia religiosa si propone di diffondere passione e interesse per gli studi inerenti la storia ecclesiastica, alla quale si richiamava la denominazione iniziale dell’Associazione. Inoltre vuole sensibilizzare ad uno studio della storia intesa come rigore critico, ricerca delle fonti e dei documenti, scrupolo interpretativo fondato su un corretto metodo filologico e non sul dilettantismo.
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