La riunione che si è svolta utilizzando la piattaforma telematica ZOOM, si è aperta con la presentazione del volume Le Riduzioni gesuite del Paraguay. Missione, politica, conflitti edito nel 2021 da Morcelliana, a cura del nostro socio Giampaolo Romanato. Argomento centrale del volume sono le missioni della Compagnia di Gesù in America Latina, e in particolare nell’area compresa tra Paraguay, Brasile e Argentina; missioni nelle quali fu coinvolto un numero molto consistente di indigeni “ridotti” da pagani a cristiani, da nomadi a sedentari. Arrivati nelle Americhe alla metà del XVI secolo, inizialmente i Gesuiti dibatterono sull’opportunità di occuparsi degli indigeni o dei soli spagnoli. Il prevalere della prima ipotesi portò alla fondazione della prima riduzione nel lago Titicaca per poi estendersi verso sud, nel Paraguay, in un’area molto estesa e oggetto di contese tra Spagna e Portogallo. Prima di decollare, il progetto delle riduzioni dovette comunque attendere le autorizzazioni sia del papato, sia degli spagnoli in quanto le questioni politiche, relative alla militarizzazione delle missioni, necessitavano un ampio dibattito. Nonostante il timore che gli indigeni ne imparassero l’uso, esse furono dotate di armi da fuoco; tuttavia, questo aspetto si rivolse contro gli stessi gesuiti che furono in seguito accusati di voler costruire uno stato militare.
Dal punto di vista organizzativo, le missioni erano abitate dai tre mila ai sei mila indigeni, guidati da due o tre gesuiti che garantivano il contatto con l’esterno. I villaggi erano infatti isolati e godevano dello stato giuridico di extraterritorialità che li rendeva delle enclave all’interno dell’impero spagnolo. Si tentò inoltre di esportare qui il modello europeo di urbanistica attraverso la costruzione di edifici in muratura. Agricoltura e allevamento furono le principali risorse per le missioni che iniziarono in breve anche ad esportare prodotti quali cotone, zucchero e yerba mate. La vita al loro interno era piuttosto tranquilla, pochissimi infatti furono gli episodi di violenza e bassissima la criminalità; inoltre c’erano momenti ludici, tra i quali è testimoniato il gioco del calcio.
Nel Settecento, tuttavia, l’esperienza delle missioni entrò in crisi, finendo rapidamente. Secondo Giampaolo Romanato, tre furono le principali ragioni di questo declino: la stanchezza interna dei gesuiti che sempre più spesso chiedevano di tornare in Europa, l’indebolimento prima e la soppressione poi della stessa Compagnia di Gesù che comportò il loro allontanamento dalle missioni e, infine, l’accordo per i confini tra Spagna e Portogallo che rese la presenza delle missioni meno importante per l’equilibrio dell’area.
Padova, 26 aprile 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella – Presidente
La situazione pandemica ci ha impedito di ricordare a suo tempo, nel novembre 2020, i dieci anni dalla prematura scomparsa del compianto prof. Sante Bortolami, insigne studioso di Storia medioevale nell’Ateneo patavino, socio ed ex-presidente della Societas Veneta per la storia religiosa nonché docente e responsabile per molti anni dell’ “Autunno paleografico“.
Ora che le condizioni finalmente ce lo consentono, lo faremo con una giornata di studi in suo onore organizzata in collaborazione con Deputazione di storia patria per le Venezie.
L’evento che ha il patrocinio del Comune di Padova, della Città di Monselice, dell’Archivio di Stato di Padova, del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova è fissato per sabato 28 maggio prossimo venturo (mattino e pomeriggio) presso la sala S. Luca dell’Abbazia di S.Giustina in Padova secondo il programma qui sotto riportato:
Padova, 11 maggio 2022
Siamo lieti di comunicarvi che presso l’Istituto teologico Sant’Antonio Dottore di Padova, venerdì 10 giugno pv alle ore 17.00, si terrà la presentazione del volume di Antonio Rigon, La vita si fa storia. Studiosi e letture di storia medievale, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2022, che contiene un’intervista all’autore a cura di Marco Bolzonella, Silvia Carraro e Maria Teresa Dolso.
Interverranno: Agostino Paravicini Bagliani, Donato Gallo, Silvia Carraro, Maria Teresa Dolso.
Sperando di vedervi numerosi, vi inviamo un cordiale saluto.
Alle 15.45 di sabato 7 maggio 2020 viene dichiarata aperta, in seconda convocazione, l’Assemblea ordinaria annuale della “Societas Veneta per la storia religiosa”.
L’assemblea si apre con la relazione del Presidente, Marco Bolzonella, che ricorda l’attività svolta nell’anno 2021, gli incontri mensili, il XXXVIII corso annuale di cultura, tenutosi anche quest’anno in piattaforma Zoom che ha trattato il tema: Università e Chiesa a Padova (sec. XIII-XX): momenti e questioni e i due cicli dell’Autunno Paleografico dedicati ai Testamenti medievali e ai Documenti delle donne nel medioevo. Le iniziative, in particolare i due corsi, hanno avuto una presenza di pubblico considerevole.
Il Presidente ringrazia poi la comunità di Santa Giustina per la generosa ospitalità e i soci che si sono prodigati per la realizzazione dei programmi dell’associazione.
Prende poi la parola il tesoriere, Marco Bolzonella che presenta il bilancio consuntivo che è approvato all’unanimità, e il bilancio preventivo, approvato pure all’unanimità.
Seguono l’ammissione dei nuovi soci (Maria Teresa Dolso, Gianmario Guidarelli, Eleonora Lombardo, Gianni Marchetti, Giuseppe Paternicò) e la nomina del prof. Antonio Rigon a Presidente onorario della Societas.
Come deciso dal direttivo, viene ratificato il passaggio da socio a socio simpatizzante dei soci che non hanno rinnovato la quota associativa negli ultimi tre anni.
Si procede quindi alla votazione per il rinnovo del direttivo. Al termine vengono presentati i risultati dello spoglio delle schede di votazione, scrutinate dai soci D. Gallo e E. Baruzzo, che hanno dato i seguenti risultati:
NOME | VOTI |
Bolzonella Marco | 21 |
Carraro Silvia | 21 |
Gallo Donato | 15 |
Piovan Francesco | 15 |
Ferraro Piera | 12 |
Frison Rosetta | 11 |
Giovannucci Pierluigi | 11 |
Romanato Giampaolo | 9 |
Baruzzo Enrico | 8 |
Saggin Leopoldo | 7 |
Lovato Antonio | 6 |
Fontana Emanuele | 4 |
Carraro Giannino | 3 |
Nardello Mariano | 2 |
Benucci Franco | 1 |
Ceccon Silvio | 1 |
Dolso Maria Teresa | 1 |
Monetti Roberta | 1 |
Sono stati pertanto eletti nel nuovo Consglio Direttivo i seguenti soci: Bolzonella M., Carraro S., Gallo D., Piovan F., Ferraro P., Frison R., Giovannucci P., Romanato G., Baruzzo E.
Il nuovo Consiglio Direttivo, riunitosi successivamente in data 19 maggio 2022, ha provveduto alla nomina delle seguenti cariche:
NOME | CARICA |
Bolzonella Marco | Presidente |
Bolzonella Marco | Tesoriere |
Frison Segafredo Rosetta | Vice Presidente |
Carraro Silvia | Segretaria |
Sono stati inoltre cooptati nel Consiglio Direttivo: Antonio Lovato, Leopoldo Saggin, Emanuele Fontana.
È seguita la lezione del prof. Gianmario Guidarelli dal titolo, La congregazione cassinese e l’architettura. Problemi e prospettive di ricerca. Nella lezione sono state descritte le questioni e le piste d’indagine che Guidarelli sta portando avanti relative al significato di spazio monastico e dell’architettura in ambito benedettino, e in particolare della congregazione di Santa Giustina, nel XV secolo. Riferimenti iniziali sono i modelli utilizzati nella riorganizzazione degli spazi monastici e nelle soluzioni architettoniche operate, a partire da quelle classiche, benché gli interventi quattrocenteschi avessero avuto luogo in monasteri già esistenti. Lo sviluppo rapido e tumultuoso della congregazione cassinese portò con sé alcuni problemi, tra i quali quello di dove ospitare i numerosi monaci che vi aderirono, la gestione degli spazi di culto, l’apertura dei nuovi cantieri e i primi interventi da realizzare; problemi che furono oggetto di confronto tra gli abati dell’epoca. Chiesa e dormitorio, organizzato ora in celle, furono oggetto dei primi cambiamenti, utilizzando una soluzione comune: partire dall’esterno per poi inglobare il resto. Ciò implicò un’idea progettuale, come ben spiegato da Guidarelli a proposito delle trasformazioni del dormitorio di San Giorgio Maggiore a Venezia o del cenobio di Praglia, dove furono costruiti nuovi chiostri e un chiostro doppio che nel piano superiore ospitava le celle e in quello inferiore grandi ambienti per le funzioni comuni. A Praglia si sperimentò anche la costruzione di celle aperte verso l’esterno con vista sul paesaggio circostante e verso l’interno con la costruzione di una loggia avente la funzione di creare uno spazio per la meditazione “in movimento”. Importante nei chiostri fu pure la loro decorazione con affreschi o dipinti che ritraggono Benedetto, ma che sono anche dipinti prospettici che associano i paesaggi interno del monastero ed esterno con una complessità concettuale e spaziale. Vennero uniformati anche altri spazi come i refettori, appositamente sovradimensionati per ospitare i capitoli generali e, come già detto, le chiese. Per queste ultime spesso si costruì la nuova chiesa accanto a quella più antica che poi interamente o parzialmente veniva smantellata; in questo caso fu Santa Giustina il prototipo, un laboratorio per altri cantieri, pur presentando quest’ultima un’ulteriore difficoltà dovuta al fatto di essere una chiesa martiriale e monastica allo stesso tempo. Tale attività costruttiva fu sostenuta da un’ampia progettualità; durante i capitoli generali si decise per esempio la necessità di avere disegni e plastici anche per i dettagli. Di questa minuziosa progettazione caso esemplare è il cantiere di San Giorgio Maggiore per il quale è stato possibile seguire la ratio della ricostruzione dal piccolo monastero medievale, di cui rimase solo il campanile, alle fasi progettate e realizzate da Longhena e Palladio.
Padova, 4 giugno 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella -Presidente
La riunione si è aperta con la consueta rassegna bibliografica.
È seguita la lezione della professoressa e nostra socia onoraria Elda Martellozzo Forin che ha ripercorso le principali tappe della sua esperienza di studiosa della paleografia latina e della sua attività come docente di scuola e dell’Autunno Paleografico. In particolare, è stato ricordato l’incontro con Paolo Sambin che fu il suo relatore durante la tesi di laurea. Fu lui ad introdurla alla lettura dei documenti d’archivio, attraverso un breve corso di otto ore, antesignano dell’Autunno Paleografico. Oltre alle principali regole della paleografia, l’insegnamento di Sambin fu fondamentale per l’approccio filologico alle fonti al quale la professoressa è sempre rimasta fedele e per l’impostazione della ricerca grazie alla compilazione delle “schede” documentali e bibliografiche.
Punto di riferimento della sua esperienza è sempre stato dunque l’archivio con le sue piste di ricerca, le domande aperte sui documenti e le piacevoli e improvvise scoperte. Numerosi sono stati i documenti trovati dalla professoressa Martellozzo riguardanti un ampio spettro di tematiche: dalla storia dell’Università, alla peste, dalla storia locale (in special modo Camposampiero e l’area centuriata a nord-est del capoluogo), agli inventari della sacrestia della cattedrale, alla famiglia Mazzoleni, orologiai padovani e non solo.
L’incontro si è concluso con un’ampia e partecipata discussione durante la quale la professoressa Martellozzo ha ribadito l’invito a “mettersi in ascolto dell’archivio con l’apertura a cogliere quello che suggerisce”.
Padova, 6 ottobre 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella -Presidente
La riunione si è aperta con i saluti del professor Gian Maria Varanini che ha introdotto la collana “Studi” della Deputazione di storia patria per le Venezie nella quale è pubblicato il volume di Marco Bolzonella, Oltre i confini del dogado. L’espansione patrimoniale degli enti ecclesiastici veneziani nel Padovano (secoli IX-XIV), Viella, Roma 2022.
Nel presentare i due relatori della giornata, il professor Dario Canzian (Università degli studi di Padova) e la professoressa Anna Rapetti (Università Ca’ Foscari di Venezia), il prof. Varanini ha ricordato gli studi di Sante Bortolami dedicati alla primitiva formazione (tra X e XIII secolo) della patrimonialità ecclesiastica veneziana nell’entroterra veneto (il noto ‘contado invisibile’ di Venezia). Ricerche, queste ultime, che hanno ispirato, nelle sue premesse, il lavoro stesso di Marco Bolzonella.
Il prof. Canzian ha quindi illustrato alcuni punti di forza del libro, tra i quali si possono ricordare: lo sguardo sul lungo periodo, l’attenzione e il costante richiamo alle vicende politiche e ai conflitti tra Padova e Venezia in rapporto all’espansione patrimoniale, la presenza di proprietà immobiliari anche all’interno della stessa città di Padova – citando, quale esempio più eloquente, San Michele di Brondolo. Secondo Canzian, nel libro sono ben delineati alcuni momenti di rottura, rispetto alla costante espansione patrimoniale dei monasteri veneziani; il primo risalente all’XI secolo, il secondo all’epoca della dominazione di Ezzelino da Romano, il terzo coincidente con l’epoca carrarese e l’inasprimento dei provvedimenti contro gli acquisti in Terraferma degli enti ecclesiastici.
Nell’evidenziare i contributi apportati dalla ricerca di Bolzonella, Canzian ha posto particolare attenzione al ruolo svolto dai monasteri veneziani nella conformazione del paesaggio e dell’ambiente della Saccisica (varietà di colture, spazi dell’incolto, gestione delle acque) e alla trasformazione della contrattualistica agraria dal lungo al breve periodo (della quale gli enti veneziani appaiono anticipatori).
La professoressa Rapetti ha concretato la sua presentazione su alcuni nodi storiografici emersi dal volume. Il primo ha riguardato il titolo stesso del volume che mette insieme due mondi, Padova e Venezia, considerati, lungo i secoli medioevali, distanti e diversi dalla storiografia; in questo senso, la ricerca di Bolzonella ha permesso di collegare e confrontare queste due realtà attraverso il filtro dell’immediato entroterra. Altro aspetto ha riguardato la dialettica tra ceto dirigente padovano e quello veneziano, con il primo attento a stabilire forme di controllo sui monasteri (l’esempio più significativo è quello della famiglia dei Tadi). Se dal libro sembra emergere l’estraneità degli enti monastici all’ambiente padovano, al contempo Rapetti osserva l’esistenza di una trama di relazioni tra monasteri e comunità rurali, come emerge dalle vicende del monastero di Sant’Ilario.
Alle relazioni è seguito un animato dibattito.
Padova, 4 novembre 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella –Presidente
L’incontro, dedicato al tema Andare a Sinodo. La lezione della storia e tenuto da Cristina Simoncelli e Andrea Trevisan, si è aperto con una breve introduzione dei due ospiti da parte del nostro socio Silvio Ceccon.
La lezione è stata aperta da Cristina Simoncelli che, prendendo spunto dai due numeri della rivista Studia Patavina dedicati a Sinodo e sinodalità (2021) e curati dalla stessa relatrice con Silvio Ceccon, ha anzitutto precisato la dimensione entro la quale dovrebbero essere letti i termini di sinodo e sinodalità e i rischi di una lettura priva delle coordinate storiche.
Particolarmente complesso è l’utilizzo delle fonti più antiche – gli esempi più noti sono quelli di Giovanni Crisostomo ed Eusebio – che dovrebbero essere sempre relazionate ai singoli episodi o agli specifici contesti di utilizzo. Privata di un approccio metodologico che consideri l’influenza della società, delle istituzioni e della politica, la lettura di questi testi rischia infatti di risultare anacronistica. Con questi criteri vanno, per esempio, lette le affermazioni fatte nei confronti delle donne oppure i “silenzi” riguardo a correnti ed eresie. La relatrice ha inoltre rilevato l’importanza di intrecciare le fonti al fine di evitare quella che ha definito “la retorica del consenso”; se la documentazione relativa ai sinodi parla di consenso di tutti i vescovi in una determinata assemblea, altre fonti ne rilevano invece il dibattito e il dissenso.
L’incontro è proseguito con una breve sintesi da parte di Silvio Ceccon delle caratteristiche dei sinodi nel passaggio dall’antichità al medioevo e soprattutto in seguito al Concilio di Trento, momento di svolta cruciale per la pratica sinodale.
Si è quindi passati alla seconda parte della lezione dedicata da Andrea Trevisan al sinodo del vescovo Avogadro, svoltosi a Verona nel 1782. In realtà esso va collocato durante l’episcopato di Giovanni Morosini che governò la diocesi di Verona dal 1772 al 1789. Le costituzioni sinodali riprendono dunque l’impostazione pastorale di quest’ultimo. Formato presso il monastero di Santa Giustina, il vescovo Morosini aveva promosso una politica vicina alle autorità civili (più che a quella papale) – come emerge dalle lettere alle parrocchie tirolesi – soprattutto in relazione alla moderazione delle feste, alla chiusura di conventi e confraternite, al rapporto con i fedeli e i canonici della cattedrale. Il Morosini pose un’attenta cura al clero secolare e alla sua formazione che non deve essere solo teorica ma anche laboratoriale. I preti dovevano imparare l’esercizio della carità cristiana, l’arte della predicazione e dell’insegnamento della dottrina cristiana. Di facile comprensione sono le tensioni con il pontefice e la nomina di Giovanni Andrea Avogadro come suo successore.
Padova, 25 novembre 2022
Silvia Carraro – Segretaria
Marco Bolzonella –Presidente
La riunione prende avvio con la consueta rassegna bibliografica relativa a recenti pubblicazioni di storia della Chiesa medievale, moderna e contemporanea da parte dei soci. Oggetto dell’incontro è la presentazione dell’ultimo volume di Alessandro Santagata, Una violenza ‘’incolpevole’’. Retoriche e pratiche dei cattolici nella Resistenza veneta, Roma, Viella, 2021. Il lavoro è nato dall’interesse che l’autore ha sviluppato per la legittimazione religiosa della violenza, in particolare di quella resistenziale. Punti di partenza sono stati la riflessione sulla retorica relativa alla Resistenza cattolica, la verifica di quanto le accuse ad essa rivolta derivassero dalla storia e dalla tradizione e come fosse stata invece praticata alla prova dei fatti.
Dopo una breve rassegna storiografica degli studi più recenti sulla Resistenza e in particolare quella cattolica, l’autore ha sottolineato alcuni punti centrali come il tema della scelta, dell’autonomia rispetto alle gerarchie, della presenza di militanti di Azione Cattolica nelle brigate garibaldine e dell’azione delle donne.
Per quanto riguarda il nord-est d’Italia, l’autore ha analizzato le ragioni culturali del radicamento della Resitenza cattolica individuandole nell’eredità delle leghe bianche e nella presenza di un cattolicesimo politico, oltre che di una rete funzionante di parrocchie. Punto importante di riflessione ha riguardato il meccanismo che legittimò l’uso della forza: non essendo lo Stato (pensato come illegittimo) a giustificarla, i soldati elaborarono una propria giustificazione, ricorrendo a dottrine, teologia e pedagogia; tutto ciò senza l’appoggio delle gerarchie cattoliche, inquadrate in un complesso rapporto con il regime fascista. Secondo Santagata, si trattò di una coscienza politica maturata lentamente, ma ben presente nel 1944, sia nelle brigate di pianura, guidate anche da sacerdoti o da esponenti della Fuci, sia in montagna. Secondo l’autore, tra le motivazioni che spinsero il mondo cattolico a partecipare alla Resistenza c’era il desiderio di difendere la patria dai tedeschi nella convinzione di costruire una civiltà cristiana. Si trattava dunque di una questione difensiva per proteggere la popolazione; la guerra, in questo caso, era vista come “giusta” e, come è stato possibile verificare, la retorica del partigiano inteso come “miles Christi” era ben presente nella stampa clandestina dell’epoca.
Padova, 9 gennaio 2023
Silvia Carraro –Segretaria
Marco Bolzonella – Presidente
La Societas Veneta per la storia religiosa si propone di diffondere passione e interesse per gli studi inerenti la storia ecclesiastica, alla quale si richiamava la denominazione iniziale dell’Associazione. Inoltre vuole sensibilizzare ad uno studio della storia intesa come rigore critico, ricerca delle fonti e dei documenti, scrupolo interpretativo fondato su un corretto metodo filologico e non sul dilettantismo.
Associazione che si interessa di storia religiosa e che vuole sensibilizzare ad uno studio della storia più in generale da approcciare con rigore critico basato sulla ricerca delle fonti e dei documenti.
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